lunedì 15 novembre 2010

LA STORIA

Le prime notizie documentate sulla Confraternita e poi Arciconfraternita SS.Immacolata Concezione, risalgono al 1741 quando venne stipulato il Concordato tra il Re di Napoli Carlo III di Borbone e La Santa Sede con Papa Benedetto XIV. Nell' anno 1765 con Regio Assenso del 31 maggio, alla Confraternita venne accolta la domanda di riconoscimento regale, rinnovato il 23 marzo 1858 a sanatoria del dispaccio reale 17 giugno 1780. Per tale riconoscimento furono allegate alla domanda il Regolamento di Fondazione che conteneva le norme riguardo l'elezione delle cariche, l'ufficio del Priore, l'obbligo dei fratelli, la ricezione dei novizi, i carcerati e gli ammalati, i defunti, i forestieri, l'erezione del Monte.
L'elezione del Priore e dei due Assistenti avveniva la domenica dopo la festività dell'Immacolata Concezione, scegliendo per ogni carica tra tre persone proposte dall'Officiale uscente, quella che conseguiva il maggior numero di voti oltre la metà più uno. Le operazioni di voto erano precedute dalla celebrazione della Santa Messa e dal canto del Veni Creator. Il possesso della carica veniva conferito con il canto del Te Deum. Gli eletti non potevano ricusare la nomina senza legittima causa. In capo a otto giorni il Priore e i due Assistenti eleggevano gli ufficiali minori: Tesoriere, Cancelliere o Segretario, Maestro dei Novizi, Infermiere e Sacrestano.
I fratelli dovevano intervenire in Oratorio al suono della campana, partecipare alla Messa, recitare il Rosario o l'Ufficio della Madonna o dei morti, confessarsi ogni prima domenica del mese dove credevano più opportuno, ma comunicarsi in congregazione, intervenire in ogni solenne processione, cioè nella festività del SS.Sacramento, della Beata Vergine Immacolata, ed in ogni altra festività e nei funerali dei fratelli defunti. I fratelli dovevano evitare ogni sorta di gioco, 'specialmente quello del tarocco per non dare incentivo all'ubriachezza e male esempio agli altri'. Gli incorregibili dovevano essere sospesi e, persistendo in tale condotta, espulsi perdendo ogni diritto. Nelle discussioni ognuno poteva intervenire ordinatamente secondo l'anzianità. Le cose discusse in congragazione non dovevano essere manifestate fuori.
La domanda degli aspiranti fratelli doveva essere discussa e votata in congregazione; questi dovevano fare sei mesi di noviziato; quindi ammessi definitivamente a maggioranza di voti. I forestieri potevano essere ammessi con cautela e senza godere di voce passiva.
Gli infermi e i carcerati dovevano essere visitati da due fratelli inviati dal Priore con qualche piccolo aiuto materiale.
I fratelli defunti, se in regola, avevano diritto al funerale solenne a spese della Confraternita, alla sepoltura nella Chiesa della stessa ed alla celebrazione di almeno 15 messe di suffragio.
Il Padre Spirituale aveva il compito di confessare, sermoneggiare, celebrare la Santa Messa gratuitamente, senza potersi ingerire negli affari della confraternita. La Confraternita aveva anche un Monte per provvedere al funerale con decoro e solennità di tutti gli associati, ricchi e poveri, nobili e plebei.

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